mercoledì 13 gennaio 2016

ATTACCANTI




1.      FERENC PUSKAS (UNG)

 

2.      MARCO VAN BASTEN (OLA)

 

     http://da1a40.blogspot.it/2015/11/i-piu-grandi-calciatori-della-storia_12.html

 


4.      RONALDO (BRA)

    

   Talento immenso, lascia un’impronta indelebile sul calcio a cavallo del Nuovo Millennio, che sarebbe stata molto più evidente senza gli infortuni  e una certa indolenza caratteriale. Precocissimo, era a diciassette anni nella rosa del Brasile Campione del Mondo ’94 (ma non scese mai in campo). Il primo grave infortunio non scoraggia il Barcellona, che lo acquista dal PSV Eindhoven. E’ subito Pallone d’Oro (‘97), ma “Il Fenomeno” è già sulla strada di Milano, fortissimamente voluto da Moratti per far grande la sua Inter. Una prima stagione mostruosa (1 Coppa UEFA  e uno scudetto sfiorato fra feroci polemiche arbitrali) che si conclude con una finale Mondiale persa (’98) cui Ronaldo si presenta in condizioni misteriosamente malferme. Inizia una catena di infortuni che ne mettono a rischio il proseguo della carriera, Moratti lo aspetta amorevolmente, ma quando pare sulla via della guarigione, si consuma il grande tradimento. Passa al Real Madrid, non prima di aver riscosso, con gli interessi, il debito con la sfortuna (Mondiali 2002 con titolo di capocannoniere e Pallone d’Oro). In Spagna continua a giocare ad alto livello, ma non é più il giocatore che pareva poter eguagliare Pelé. Torna ormai imbolsito a Milano, sulla sponda Milan (ennesimo affronto al popolo interista che tanto lo aveva amato), prima che un nuovo grave incidente ponga di fatto fine a una carriera comunque grandiosa.

 
5.      KARL-HEINZ RUMMENIGGE (GER)





       Attaccante velocissimo e di straripante potenza muscolare, amava partire da lontano per far valere la sua progressione devastante e calciare in corsa. Erede di Gerd Muller, pur con caratteristiche completamente diverse, sia nella Germania che nel Bayern Monaco, vince 2 Palloni d’Oro (’80 e ’81). Con la Germania, un Campionato Europeo e 2 Finali Mondiali perse (’82 e ’86), con il Bayern, 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale, 2 Bundesliga e 2 Coppe di Germania.
 


7.      THIERRY HENRY (FRA)



     Campione del Mondo ’98 a vent’anni (pur non essendo titolare fisso), nasce come ala per poi accentrarsi e diventare centravanti puro, in entrambi i casi sfruttando una velocità di base eccezionale. 1 Campionato Francese con il Monaco, dà il meglio con l’Arsenal (2 Premier League e 3 Coppe d’Inghilterra), ma è nel finale di carriera al Barcellona che vince la sua unica Champions League (2009).

 

8.      ANDRIY SHEVCHENKO (UKR)



     Pallone d’Oro 2004, dopo anni di vittorie in patria con la Dinamo Kiev, ottiene il massimo nel periodo al Milan: 1 Champions League (suo il rigore decisivo), 1 scudetto, 1 Coppa italia. A trent’anni passa a peso d’oro al Chelsea, ma non è più lui.


 
9.      VAVA' (BRA) 
 
     Fra Didì e Pelé nella celeberrima cantilena che scandiva il formidabile quintetto d'attacco del Brasile, era un centravanti di classico  meno dotato dei sopracitati, come di Garrincha del resto. Terminale offensivo nei due trionfi Mondiali del '58 e del '62 (dove è anche capocannoniere della manifestazione), timbra il cartellino in entrambe finali.


10.  PAOLO ROSSI (ITA)



    Nome, cognome e fisico da uomo qualunque: una carriera, invece, che è un’autentica sinusoide di emozioni. Cresciuto nella Juventus, va al Vicenza in comproprietà: sono anni magici, e nel ’78 i Mondiali lo consacrano promessa del calcio internazionale. I veneti si svenano per acquistarlo, ricavandone un’inopinata retrocessione. Rossi resta in provincia, va al Perugia, dove viene coinvolto nello scandalo del Calcioscommesse. Un anno di squalifica pare segnare la fine della sua carriera, ma il C.T. Bearzot si ricorda delle sue performances ai Mondiali del ’78, e lo convoca, fra lo sbigottimento generale, per quelli del ’82. L’inizio é disastroso, poi Rossi esplode e si trasforma in “Pablito”:  titolo mondiale, capocannoniere del torneo e infine Pallone d’Oro. Ormai eroe nazionale, riparte dalla Juventus (1 Coppa dei Campioni e 1 Coppa delle Coppe), ma ha già dato il meglio e, a 30 anni, si ritira dal calcio giocato.

 

11.  RAUL (SPA)

 

    Una vita per il Real Madrid (con cui segna più di 200 goal): 3 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 6 Campionati Spagnoli (2 volte capocannoniere).


12.  NEYMAR (BRA)

 

 
13.  ROMARIO (BRA)

    Piccolo, tecnico e velenoso sotto porta. Leader del Brasile Campione del Mondo ’94 (con cui vince anche 2 Copa America). 1 Campionato spagnolo, 3 Campionati Olandesi e svariati titoli in patria.
 

14.  SILVIO PIOLA (ITA)

 
 
        
  • Centravanti classico, alto, potente, coordinato, dotato di tiro formidabile. Straordinariamente longevo, gioca la prima partita in Serie A nel ’30 e l’ultima nel ’54 (la prima in Nazionale nel ’35, l’ultima nel ’52). 2 volte capocannoniere del Campionato Italiano, non vince nessuno scudetto. In Nazionale invece, è grande protagonista del Mondiale vittorioso del ’38.



15.  SANDOR KOCSIS (UNG)

 

   “Gemello” di Puskas nell’Ungheria e nell’Honved, come il “Colonnello” era formalmente un interno di centrocampo e centravanti all’atto pratico. Straordinariamente abile nel colpo di testa. E sempre come Puskas, emigra in Spagna dopo la Rivoluzione Ungherese del ’56. Stavolta, però, le loro strade si dividono. Puskas al Real Madrid, Kocsis al Barcellona (con Czibor): dove vince parecchio (2 campionati, 2 coppe nazionali, 1 Coppa delle Fiere), ma senza incantare.
 

16.  JOHN CHARLES (GAL) 
 
   Con Sivori dà vita a una binomio dal fascino letterario. Quell’altro piccolo e diabolico, lui il gigante buono, tanto mastodontico quanto onesto e gentile. Dopo un’ottima carriera in Inghilterra col Leeds, vince 3 scudetti (e un titolo di capocannoniere) con la Juve. Porta il suo piccolo Galles ai quarti di finale nei Mondiali del ’58.

17.  GIGI RIVA (ITA)



     Icona di una generazione intera, ultimo eroe romantico che pospone la carriera a una vera e propria “scelta di vita” (termine da allora molto usato, spesso a sproposito).  La sua casa è il Cagliari, la sua terra (adottiva, peraltro) la Sardegna. Lo scudetto del ’70 (gli isolani sono in Serie B quando acquistano Riva nel ‘63) ha il peso specifico di una manciata di Champions League con il Real Madrid. Mancino naturale, potente, veloce e acrobatico, vince 3 volte il titolo di capocannoniere. L’altro grande amore è la Nazionale, alla quale immola una volta la gamba sinistra e una volta quella destra: vittoria nell’Europeo casalingo del ’68 e la finale nel Mondiale del ’70, con goal nell’epica semifinale con la Germania.

18.  JURGEN KLINSMANN (GER)

      Classico giocatore tedesco, di grande esuberanza atletica, vince i Mondiali del ’90 e gli Europei del ’96. Personaggio di cortesia e cultura non comuni, girovaga per i principali campionati Spagna esclusa, vincendo 1 Coppa UEFA con l’Inter e 1 con il Bayern Monaco.

 

19.  ZLATAN IBRAHIMOVIC (SWE)

 

 

20.  CARLOS TEVEZ (ARG)


 

21.  GARY LINEKER (ENG)




    Miglior cannoniere ai Mondiali di Messico ’86, 3 volte capocannoniere della Premier League, 3 stagioni al Barcellona, con cui conquista una Coppa delle Coppe.
 

22.  GEORGE WEAH (LIB)

     Unico africano ad aver vinto il Pallone d’Oro, è stato attaccante non straordinariamente prolifico, ma dai goal mai banali. 2 scudetti con il Milan, 1 Campionato francese con il Paris Saint Germain.

23.  BEBETO (BRA)

     Seconda punta esile, ma tecnica e intelligente, è la spalla di Romario ai Mondiali vittoriosi del ’94. Con il Brasile vince anche 1 Copa America, mentre a livello di club si ferma a 1 Campionato Brasiliano con il Vasco da Gama e 1 Coppa di Spagna con il Deportivo La Coruna.
 

24.  DIDIER DROGBA (CIV)




 
25.  SAMUEL ETO'O (CAM)


 


26.  GUNNAR NORDAHL (SWE)




     Erculeo centravanti svedese, piomba in Italia in compagnia dei più raffinati connazionali Liedholm e Gren nel ’49. Oro olimpico con la Svezia a Londra ’48, non é di primo pelo (28 anni), ma per quasi dieci anni mette a ferro e fuoco le difese della Serie A (5 volte capocannoniere).


27.  PEDRO PETRONE (URU)


 
 
    Velocissimo centravanti del grande Uruguay bicampione olimpico negli anni ’20, “toppa” il Mondiale casalingo del ’30, presentandosi in cattive condizioni  fisiche. Sbarca alla Fiorentina nel ’31: prima stagione eccellente, seconda che si conclude con una rocambolesca fuga da Firenze.

 
 
28.  JIMMY GREAVES (ENG)


   Protagonista assoluto del calcio inglese degli anni ’60, è 6 volte capocannoniere della Premier League, ma resta ai margini della vittoria ai Mondiali casalinghi del ’66. Con il Tottenham conquista 1 Coppa delle Coppe e 2 Coppe d’Inghilterra. Grottesca la sua mezza stagione al Milan: 9 goal in 10 partite, un’incomunicabilità totale con Nereo Rocco, che pure non disdegna l’alcool (“Sto mona de inglisc…quando xe ora de soffrir, el salpa par la so isola”), che si conclude con un immediato ritorno a Londra e ai suoi amati pub.


29.  DENIS LAW (SCO)

     Protagonista con Bobby Charlton e George Best del grande Manchester United anni ’60, dove approda dopo una negativa esperienza al Torino. Pallone d’Oro 1964, con i “Red Devils” vince 1 Coppa dei Campioni, 2 campionati inglesi e una Coppa d’Inghilterra.

30.  MICHAEL OWEN (ENG)

      Un avvio di carriera folgorante: a diciott’anni é ai Mondiali di Francia ’98, dove segna un goal memorabile (in pratica un coast to coast) contro l’Argentina, a venti vince la Coppa UEFA. Poi tanti infortuni, che ne minano di molto il rendimento. Seconda punta veloce e tecnica, rimane sostanzialmente un incompiuto.
 

31.  OLEG BLOCHIN (URS)



     Veloce, potente, atletico, è il prodotto più significativo della Dinamo Kiev futurista di Lobanovsky. Con gli ucraini vince 2 Coppe delle Coppe, a distanza di unici anni una dall’altra. Pallone d’Oro nel 1975.
 

32.  TOSTAO (BRA)



    Centravanti del Brasile Campione del Mondo nel ’70. Brevilineo e tecnico, è in realtà un attaccante di manovra, un costruttore di gioco più che un finalizzatore, ideale tuttavia per dialogare con Pelé. Un pallonata violenta gli crea gravi problemi alla vista e lo obbliga a un precoce ritiro.

33.  ANGELO SCHIAVIO (ITA)



    Centravanti classico, segna il goal che dà all’Italia il titolo mondiale del ’34, nella combattutissima finale con la Cecoslovacchia. Bolognese doc, vince coi felsinei 4 scudetti (una volta capocannoniere) e 2 Mitropa Cup.
 

34.  MIROSLAV KLOSE (GER)



 
35.  JUST FONTAINE (FRA)



    Cresciuto in Marocco, è ricordato soprattutto per i 13 goal segnati ai Mondiali del ’58 (nessuno ha mai segnato così tanto in una manifestazione iridata). Attaccante completo, era la stella dello Stade Reims due finalista in Coppa dei Campioni, entrambe le volte sconfitto dal Real Madrid. Un grave infortunio nel 1960 ha di fatto posto fine precocemente alla sua carriera.

36.  GABRIEL BATISTUTA (ARG)



 
37.  EMILIO BUTRAGUENO (SPA)


 

38.  GULLERMO STABILE (ARG)


 





    Per tutti “El filtrador”, è stato capocannoniere nel primo Mondiale della storia. Piccolo, scattante, dotato di ottimo tiro, dopo i Mondiali del ’30 si trasferisce al Genoa. Si presenta con una tripletta, ma ben presto un grave infortunio ne pregiudica l’esperienza genovese e il prosieguo della carriera. Ha allenato per quasi vent’anni la Nazionale argentina.

39.  LEONIDAS (BRA)



   Colui che inventò la rovesciata. Soprannominato non a caso “l’uomo di gomma”, é stato centravanti di lungo corso nel Brasile degli anni ’30 e ’40. Capocannoniere ai Mondiali del ’38, perse la semifinale contro l’Italia di Pozzo.

   

40.  DAVOR SUKER (CRO)

     Attaccante d’area, valanghe di goal in Spagna e Inghilterra, raggiunge l’apice nel ’98. Champions League con il Real Madrid e un Mondiale da star: capocannoniere del torneo, trascina la sua Croazia a un’incredibile semifinale.



 

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