2.
MARCO VAN BASTEN (OLA)
http://da1a40.blogspot.it/2015/11/i-piu-grandi-calciatori-della-storia_12.html
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4.
RONALDO (BRA)
Talento immenso, lascia un’impronta indelebile sul calcio a
cavallo del Nuovo Millennio, che sarebbe stata molto più evidente senza gli
infortuni e una certa indolenza
caratteriale. Precocissimo, era a diciassette anni nella rosa del Brasile
Campione del Mondo ’94 (ma non scese mai in campo). Il primo grave infortunio
non scoraggia il Barcellona, che lo acquista dal PSV Eindhoven. E’ subito
Pallone d’Oro (‘97), ma “Il Fenomeno” è già sulla strada di Milano,
fortissimamente voluto da Moratti per far grande la sua Inter. Una prima
stagione mostruosa (1 Coppa UEFA e uno
scudetto sfiorato fra feroci polemiche arbitrali) che si conclude con una
finale Mondiale persa (’98) cui Ronaldo si presenta in condizioni
misteriosamente malferme. Inizia una catena di infortuni che ne mettono a
rischio il proseguo della carriera, Moratti lo aspetta amorevolmente, ma quando
pare sulla via della guarigione, si consuma il grande tradimento. Passa al Real
Madrid, non prima di aver riscosso, con gli interessi, il debito con la
sfortuna (Mondiali 2002 con titolo di capocannoniere e Pallone d’Oro). In
Spagna continua a giocare ad alto livello, ma non é più il giocatore che
pareva poter eguagliare Pelé. Torna ormai imbolsito a Milano, sulla sponda
Milan (ennesimo affronto al popolo interista che tanto lo aveva amato), prima
che un nuovo grave incidente ponga di fatto fine a una carriera comunque
grandiosa.
5.
KARL-HEINZ RUMMENIGGE (GER)
Attaccante velocissimo e di straripante potenza muscolare,
amava partire da lontano per far valere la sua progressione devastante e
calciare in corsa. Erede di Gerd Muller, pur con caratteristiche completamente
diverse, sia nella Germania che nel Bayern Monaco, vince 2 Palloni d’Oro (’80 e
’81). Con la Germania, un Campionato Europeo e 2 Finali Mondiali perse (’82 e
’86), con il Bayern, 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale, 2
Bundesliga e 2 Coppe di Germania.
6.
MATHIAS SINDELAR (AUT)
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7.
THIERRY HENRY (FRA)
Campione del Mondo ’98 a vent’anni (pur non essendo titolare
fisso), nasce come ala per poi accentrarsi e diventare centravanti puro, in
entrambi i casi sfruttando una velocità di base eccezionale. 1 Campionato
Francese con il Monaco, dà il meglio con l’Arsenal (2 Premier League e 3 Coppe
d’Inghilterra), ma è nel finale di carriera al Barcellona che vince la sua
unica Champions League (2009).
8.
ANDRIY SHEVCHENKO (UKR)
Pallone d’Oro 2004, dopo anni di vittorie in patria con la
Dinamo Kiev, ottiene il massimo nel periodo al Milan: 1 Champions League (suo
il rigore decisivo), 1 scudetto, 1 Coppa italia. A trent’anni passa a peso d’oro
al Chelsea, ma non è più lui.
9. VAVA' (BRA)
Fra Didì e Pelé nella celeberrima cantilena che scandiva il
formidabile quintetto d'attacco del Brasile, era un centravanti di
classico meno dotato dei sopracitati,
come di Garrincha del resto. Terminale offensivo nei due trionfi Mondiali del
'58 e del '62 (dove è anche capocannoniere della manifestazione), timbra il
cartellino in entrambe finali.
10. PAOLO ROSSI (ITA)
Nome, cognome e fisico da uomo qualunque: una carriera,
invece, che è un’autentica sinusoide di emozioni. Cresciuto nella Juventus, va
al Vicenza in comproprietà: sono anni magici, e nel ’78 i Mondiali lo
consacrano promessa del calcio internazionale. I veneti si svenano per acquistarlo,
ricavandone un’inopinata retrocessione. Rossi resta in provincia, va al Perugia,
dove viene coinvolto nello scandalo del Calcioscommesse. Un anno di squalifica pare
segnare la fine della sua carriera, ma il C.T. Bearzot si ricorda delle sue
performances ai Mondiali del ’78, e lo convoca, fra lo sbigottimento generale,
per quelli del ’82. L’inizio é disastroso, poi Rossi esplode e si trasforma in “Pablito”:
titolo mondiale, capocannoniere del
torneo e infine Pallone d’Oro. Ormai eroe nazionale, riparte dalla Juventus (1
Coppa dei Campioni e 1 Coppa delle Coppe), ma ha già dato il meglio e, a 30
anni, si ritira dal calcio giocato.
11. RAUL (SPA)
Una vita per il Real Madrid (con cui segna più di 200 goal):
3 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 6 Campionati Spagnoli (2 volte
capocannoniere).
13. ROMARIO (BRA)
Piccolo, tecnico e velenoso sotto porta. Leader del Brasile
Campione del Mondo ’94 (con cui vince anche 2 Copa America). 1 Campionato
spagnolo, 3 Campionati Olandesi e svariati titoli in patria.
- Centravanti classico, alto, potente, coordinato, dotato di tiro formidabile. Straordinariamente longevo, gioca la prima partita in Serie A nel ’30 e l’ultima nel ’54 (la prima in Nazionale nel ’35, l’ultima nel ’52). 2 volte capocannoniere del Campionato Italiano, non vince nessuno scudetto. In Nazionale invece, è grande protagonista del Mondiale vittorioso del ’38.
15. SANDOR KOCSIS (UNG)
“Gemello” di Puskas nell’Ungheria e nell’Honved, come il “Colonnello”
era formalmente un interno di centrocampo e centravanti all’atto pratico.
Straordinariamente abile nel colpo di testa. E sempre come Puskas, emigra in
Spagna dopo la Rivoluzione Ungherese del ’56. Stavolta, però, le loro strade si
dividono. Puskas al Real Madrid, Kocsis al Barcellona (con Czibor): dove vince
parecchio (2 campionati, 2 coppe nazionali, 1 Coppa delle Fiere), ma senza
incantare.
16. JOHN
CHARLES (GAL)
Con
Sivori dà vita a una binomio dal fascino letterario. Quell’altro piccolo e diabolico,
lui il gigante buono, tanto mastodontico quanto onesto e gentile. Dopo un’ottima
carriera in Inghilterra col Leeds, vince 3 scudetti (e un titolo di
capocannoniere) con la Juve. Porta il suo piccolo Galles ai quarti di finale
nei Mondiali del ’58.
17. GIGI
RIVA (ITA)
Icona di una
generazione intera, ultimo eroe romantico che pospone la carriera a una vera e
propria “scelta di vita” (termine da allora molto usato, spesso a sproposito). La sua casa è il Cagliari, la sua terra
(adottiva, peraltro) la Sardegna. Lo scudetto del ’70 (gli isolani sono in
Serie B quando acquistano Riva nel ‘63) ha il peso specifico di una manciata di
Champions League con il Real Madrid. Mancino naturale, potente, veloce e acrobatico,
vince 3 volte il titolo di capocannoniere. L’altro grande amore è la Nazionale,
alla quale immola una volta la gamba sinistra e una volta quella destra: vittoria
nell’Europeo casalingo del ’68 e la finale nel Mondiale del ’70, con goal nell’epica
semifinale con la Germania.
18. JURGEN
KLINSMANN (GER)
Classico giocatore
tedesco, di grande esuberanza atletica, vince i Mondiali del ’90 e gli Europei
del ’96. Personaggio di cortesia e cultura non comuni, girovaga per i
principali campionati Spagna esclusa, vincendo 1 Coppa UEFA con l’Inter e 1 con
il Bayern Monaco.
21. GARY
LINEKER (ENG)
Miglior
cannoniere ai Mondiali di Messico ’86, 3 volte capocannoniere della Premier
League, 3 stagioni al Barcellona, con cui conquista una Coppa delle Coppe.
22. GEORGE
WEAH (LIB)
Unico africano
ad aver vinto il Pallone d’Oro, è stato attaccante non straordinariamente
prolifico, ma dai goal mai banali. 2 scudetti con il Milan, 1 Campionato
francese con il Paris Saint Germain.
23. BEBETO (BRA)
Seconda
punta esile, ma tecnica e intelligente, è la spalla di Romario ai Mondiali
vittoriosi del ’94. Con il Brasile vince anche 1 Copa America, mentre a livello
di club si ferma a 1 Campionato Brasiliano con il Vasco da Gama e 1 Coppa di
Spagna con il Deportivo La Coruna.
26. GUNNAR NORDAHL (SWE)
Erculeo
centravanti svedese, piomba in Italia in compagnia dei più raffinati
connazionali Liedholm e Gren nel ’49. Oro olimpico con la Svezia a Londra ’48,
non é di primo pelo (28 anni), ma per quasi dieci anni mette a ferro e fuoco le
difese della Serie A (5 volte capocannoniere).
27. PEDRO PETRONE (URU)
Velocissimo
centravanti del grande Uruguay bicampione olimpico negli anni ’20, “toppa” il
Mondiale casalingo del ’30, presentandosi in cattive condizioni fisiche. Sbarca alla Fiorentina nel ’31:
prima stagione eccellente, seconda che si conclude con una rocambolesca fuga da
Firenze.
28. JIMMY
GREAVES (ENG)
Protagonista
assoluto del calcio inglese degli anni ’60, è 6 volte capocannoniere della
Premier League, ma resta ai margini della vittoria ai Mondiali casalinghi del ’66.
Con il Tottenham conquista 1 Coppa delle Coppe e 2 Coppe d’Inghilterra. Grottesca
la sua mezza stagione al Milan: 9 goal in 10 partite, un’incomunicabilità
totale con Nereo Rocco, che pure non disdegna l’alcool (“Sto mona de inglisc…quando
xe ora de soffrir, el salpa par la so isola”), che si conclude con un immediato
ritorno a Londra e ai suoi amati pub.
29. DENIS
LAW (SCO)
Protagonista
con Bobby Charlton e George Best del grande Manchester United anni ’60, dove
approda dopo una negativa esperienza al Torino. Pallone d’Oro 1964, con i “Red
Devils” vince 1 Coppa dei Campioni, 2 campionati inglesi e una Coppa d’Inghilterra.
30. MICHAEL
OWEN (ENG)
Un avvio di
carriera folgorante: a diciott’anni é ai Mondiali di Francia ’98, dove segna un
goal memorabile (in pratica un coast to coast) contro l’Argentina, a venti
vince la Coppa UEFA. Poi tanti infortuni, che ne minano di molto il rendimento.
Seconda punta veloce e tecnica, rimane sostanzialmente un incompiuto.
31. OLEG
BLOCHIN (URS)
Veloce,
potente, atletico, è il prodotto più significativo della Dinamo Kiev futurista
di Lobanovsky. Con gli ucraini vince 2 Coppe delle Coppe, a distanza di unici
anni una dall’altra. Pallone d’Oro nel 1975.
32. TOSTAO (BRA)
Centravanti
del Brasile Campione del Mondo nel ’70. Brevilineo e tecnico, è in realtà un
attaccante di manovra, un costruttore di gioco più che un finalizzatore, ideale
tuttavia per dialogare con Pelé. Un pallonata violenta gli crea gravi problemi
alla vista e lo obbliga a un precoce ritiro.
33. ANGELO SCHIAVIO (ITA)
Centravanti
classico, segna il goal che dà all’Italia il titolo mondiale del ’34, nella combattutissima
finale con la Cecoslovacchia. Bolognese doc, vince coi felsinei 4 scudetti (una
volta capocannoniere) e 2 Mitropa Cup.
Cresciuto in
Marocco, è ricordato soprattutto per i 13 goal segnati ai Mondiali del ’58
(nessuno ha mai segnato così tanto in una manifestazione iridata). Attaccante
completo, era la stella dello Stade Reims due finalista in Coppa dei Campioni,
entrambe le volte sconfitto dal Real Madrid. Un grave infortunio nel 1960 ha di
fatto posto fine precocemente alla sua carriera.
38. GULLERMO STABILE (ARG)
Per tutti
“El filtrador”, è stato capocannoniere nel primo Mondiale della storia.
Piccolo, scattante, dotato di ottimo tiro, dopo i Mondiali del ’30 si
trasferisce al Genoa. Si presenta con una tripletta, ma ben presto un grave
infortunio ne pregiudica l’esperienza genovese e il prosieguo della carriera.
Ha allenato per quasi vent’anni la Nazionale argentina.
39. LEONIDAS (BRA)
Colui che
inventò la rovesciata. Soprannominato non a caso “l’uomo di gomma”, é stato
centravanti di lungo corso nel Brasile degli anni ’30 e ’40. Capocannoniere ai
Mondiali del ’38, perse la semifinale contro l’Italia di Pozzo.
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